La dolina di Padre Pio - 21-02-02 - Vittorio Pagliarulo

 

Ritorno sugli argomenti trattati qualche ora prima per puntualizzare, ove mai ve ne fosse bisogno, come è fuorviante trattare alcune problematiche nelle quali non è così facile venirne a capo con risultati immediati, trascurando quanto si para sotto gli occhi  di tutti, senza che alcuno, incuriosito o incazzato, abbia aperto bocca per dire la sua e pretendere una risposta da chi, istituzionalmente, è stato mandato li anche per questo. E non mi riferisco solo al sindaco in quanto le risposte  devono darle anche gli assessori e i consiglieri di maggioranza e ancora, più chiare, i consiglieri di minoranza.

Veniamo al punto: ormai tutti sanno che il Beato Padre Pio ha assunto la funzione di nume tutelare della dolina che qualche decina di anni fa sprofondò violentemente.

Qualche concittadino anziano ricorda ancora l’avvenimento: sul sito vi era un pioppeto risucchiato nella voragine, dalla quale emergevano appena le cime degli alberi.

Con il tempo la voragine è stata riempita e il Consorzio di Bonifica della Valle Telesina, per qualche tempo, alcuni anni addietro, aveva ipotizzato la realizzazione degli uffici sul quel sito di sua proprietà. Molto oculatamente l’idea in seguito venne accantonata, forse per rispetto verso la natura o per timore di rischiare di fare la stessa fine dei pioppi.

Ebbene, a margine di quella dolina ricoperta, si vedono spuntare le casseforme per la realizzazione di imponenti pilastri in cemento armato: starà per sorgere un altro edificio, evidentemente.

Se volgete lo sguardo verso il fiume Seneta, appena una ventina di metri più in la, avrete la possibilità di vedere un autentico mostro, per ora solo lo scheletro di cemento armato, eretto sulla sponda del fiume con il solo rispetto della spalletta di cemento armato che ne delimita il greto.

 

Si può costruire in questo modo?

 

In presenze di corsi d’acqua pubblici perché nella realizzazione di manufatti, al di la del rispetto delle distanze nient’affatto osservati, viene anche impedito completamente  di percorrere  il primo tratto del lungofiume sino alla confluenza di quest’ultimo con il  Grassano?

Il sito è proprietà del Comune; l’edificio in fase di costruzione è proprietà del Comune.

 

 

Piacerebbe molto ai cittadini sapere che qualche consigliere metta il naso in queste faccende di Piano Regolatore e più particolarmente di Norme Attuative o che lo facesse chi ha responsabilità politiche di altro livello.     

Solo per volgere lo sguardo agli ultimi avvenimenti che ha tenuto il fiato sospeso di tutti i cittadini di Telese.

 

 

 

 

La dolina di via Udine -  ormai  destinata  ad   assumere sempre più le caratteristiche di un  laghetto -  forse verrà circoscritta da siepi sempre verde, forse a taluno verrà anche l’idea di inserire una coppia di germani per dare una macchia di colore; niente di che stupirsi  se verrà fuori talaltro, ipotizzando l’emanazione di un bando di concorso a premi tra gli alunni delle scuole primarie per solleticare la loro fantasia sul tipo di arredo urbano da realizzare per rendere il luogo più vivibile, più ameno.